Misteri e leggende tra le tombe delle chiese bergamasche

Cappella-Colleoni-BG

Tra le chiese bergamasche, suggestivi misteri prendono vita. E non si tratta di statue, di simboli, di testimonianze: si tratta invece di animali veri e propri, pure interi. Nella Cappella Colleoni, ad esempio, in pochi lo sanno ma si trova un uccellino, uno scheletrino con poche piume attaccate che secondo alcuni sarebbe un cardellino, secondo altri un passerotto. Ma, al di là della sua natura, ad essere incredibile è la sua storia. Protetto da una cupola di vetro e generalmente conservato nella sagrestia o all’ingresso della cappella nella postazione dei custodi, ha una storia che comincia nel 1470. Medea, quattordicenne figlia del Colleoni, si ammalò di una grave malattia ai polmoni fino a morirne. Insieme a lei, lo stesso giorno, morì anche il passerotto suo compagno di giochi, che la famiglia teneva in casa, in una gabbietta. In memoria di quel rapporto, il papà della ragazzina chiese che quell’uccellino venisse imbalsamato e sepolto insieme a lei. Quando la bara con le spoglie di Medea – dalla chiesa di Santa Maria della Basella a Urgnano – fu trasferita nella Cappella Colleoni, l’uccellino venne disseppellito e posto sotto quella cupola di vetro in cui risiede ancora oggi.

Santuario-della-Madonna-delle-Lacrime-BG

A Campolongo di Ponte Nossa, all’interno della chiesa della Madonna delle Lacrime, troviamo invece… un coccodrillo! Secondo quanto riportato da antiche testimonianze, l’alligatore sarebbe stato acquistato a Rimini da un mercante della zona. Più volte, le autorità ecclesiastiche hanno provato a farlo rimuovere, ma il coccodrillo – oggi – è ancora lì: appeso sopra la navata, oggi lo considera un monito ai fedeli, rappresentanza dell’uccisione del male.

Chiesa-di-San-Giorgio-BG

Sarebbe invece un osso di balena quello che, lungo 260 centimetri, fa bella mostra di sé su di una trave dell’abside nella chiesa di San Giorgio, ad Almenno San Salvatore.

Santuario-di-Sombreno-BG

Dal Santuario di Sombreno a Paladina, infine, penzola la costola di un elefante antichissimo, probabilmente un mammut. Ancora oggi, per questo caso come per (quasi) tutti gli altri, nessuno sa dire con esattezza cosa ci faccia quell’animale all’interno di una chiesa.

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