Il Parco Aldo Aniasi, un tempo Parco di Trenno, è uno dei parchi più grandi di Milano. Ed è proprio lì accanto, che sorge un cimitero di guerra… misterioso. Tra soldati e caporal maggiori, tra ufficiali, tenenti, piloti e sergenti, si trova la tomba di una donna, l’unica: Margaret Helen Fielden. Di lei, poco si sa. Ciò che è certo è che in questo piccolo e curato fazzoletto d’erba, su 421 caduti della II Guerra Mondiale che hanno contribuito alla liberazione di Milano, Margaret è l’unica donna. E persino la sua morte, avvenuta il 29 settembre 1945, è avvolta nel mistero.
A differenza di tutti gli uomini sepolti qui, e provenienti da Gran Bretagna, Sudafrica, Australia, Nuova Zelanda, Canada e Africa Orientale, Margaret morì quando il conflitto si era mai concluso. Aveva 28 anni, all’epoca, era nata e cresciuta nella cittadina inglese di Godalming ed era una fisioterapista professionista della Chartered Society of Physiotherapy, una delle più grosse organizzazioni professionali d’Inghilterra fondata alla fine dell’Ottocento da quattro infermiere. In Italia, si trovava in quanto prestava servizio per il 64th British General Hospital, unità medica alleata e attiva in Africa e nel nostro Paese.
Cos’è successo a Margaret? E perché è sepolta a Trenno, unica donna in mezzo a centinaia di uomini? Qui, in un angolo di prato inglese di periferia, che l’Italia ha donato ai marinai, i soldati e gli aviatori per render loro onore. L’ipotesi è che si sia ammalata dopo la fine della guerra, mentre prestava assistenza in Italia per l’unità medica inglese. È l’unico motivo che spiegherebbe la sua sepoltura in quest’angolo di Milano poco noto, che porta in sé il ricordo e il ringraziamento a chi ha aiutato la città.